giovedì 27 febbraio 2014

Perché non scommettere su te stesso?

"La fede è credere quello che non si vede, e la ricompensa della fede sarà vedere quello che si è creduto."

Sant'Agostino


La differenza tra un uomo di successo e un fallito spesso non consiste nel fatto che il primo ha una maggiore capacità o idee migliori, ma nel suo coraggio di scommettere sulle proprie idee, di assumersi un rischio ben calcolato, e poi di agire.

Noi spesso associamo l'idea di coraggio ad azioni eroiche sul campo di battaglia, ad un naufragio o a simili momenti di crisi, ma anche la vita di tutti i giorni richiede coraggio, se vogliamo essere costruttivi.

La paura di agire costringe a restare inattivi e rende nervoso chi deve affrontare un problema: ci si sente "in gabbia", "braccati", e ciò si manifesta con una quantità di sintomi fisici.

Studia con attenzione la situazione, cerca di immaginare le varie fasi delle tue possibili azioni e delle loro possibili conseguenze.

Scegli il modo di agire che ti sembra più vantaggioso e mettilo in pratica.

Se aspettiamo ad agire fino a quando non siamo completamente sicuri del risultato, non riusciremo mai a muovere un dito.

Ogni volta che agisci, puoi anche sbagliarti.

Ogni decisione che prendiamo può rivelarsi sbagliata, ma questo non deve trattenerci dal proseguire verso la meta che ci siamo prefissati.

Devi avere ogni giorno il coraggio di rischiare.

Un passo nella direzione sbagliata è meglio che restare immobili per la vita intera.


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giovedì 20 febbraio 2014

Stai usando entrambe le parti del tuo cervello?

"Non mi sono mai imbattuto in alcuna delle mie scoperte attraverso il processo del pensiero razionale."

Albert Einstein


Nella maggioranza delle persone la parte sinistra del cervello riguarda la logica, il linguaggio, il ragionamento, il processo di causa ed effetto, l' analisi e tutte quelle attività cosiddette "razionali".

Quando questa parte è al lavoro, l'altra (la parte destra) si trova nello stato "onde alfa" o è a riposo.

La parte destra, a sua volta, ha a che fare con il ritmo, la musica, le immagini e la fantasia, il colore, la capacità di confrontare i sogni ad occhi aperti, la fisionomia, il riconoscimento di schemi ed esempi.

Sono sempre stato affascinato dal libro "Usa la tua testa" di Tony Buzan, nel quale egli sostiene che se un individuo è incoraggiato a sviluppare un'area mentale che in precedenza aveva considerato debole, questo sviluppo, invece di diminuire l'energia di altre aree mentali, sembra produrre un effetto sinergico di miglioramento in tutte le aree mentali del proprio cervello.

I cervelli delle grandi menti appaiono a prima vista sbilanciati.

Einstein e altri grandi scienziati avevano tutte le caratteristiche degli individui in cui la parte sinistra del cervello risultava dominante, mentre il contrario valeva esattamente per personalità come Picasso e Cézanne.

Ma la storia ha negato queste teorie.

A scuola Einstein fu respinto in matematica e tra le sue varie attività mostrò passione per l'arte, lo studio del violino, la pratica della vela e i "giochi di fantasia".

I numeri, le formule, le equazioni e le parole con cui Einstein costruì la sua nuova immagine ebbe per risultato la teoria della relatività, di fatto una sintesi tra parte destra e quella sinistra del cervello.

Tutti i grandi artisti si rivelarono altrettanto dotati di talento in entrambe le parti del loro cervello.

Ma l'esempio supremo di ciò che un essere umano potrebbe fare se le due parti del cervello fossero sviluppate simultaneamente è costituito da Leonardo da Vinci.

Ai suoi tempi era senza dubbio l'uomo più dotato in tutte le seguenti discipline: arte, scultura, fisiologia, scienze generali, architettura, meccanica, anatomia, fisica e invenzioni.

La conclusione è che una volta di più un approccio olistico risulta più appropriato per l'auto-miglioramento e la crescita personale, perché, a mio avviso, esso permette di fondere e armonizzare tutti gli aspetti e le espressioni del nostro essere.

Nella mia esperienza posso solo confermare che alternare l'attività razionale a quella immaginativa è il vero segreto del nostro miglioramento personale.


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giovedì 13 febbraio 2014

Non contare sull'approvazione degli altri

"Qualsiasi attività intraprendi, falla con tutto il tuo cuore e la tua anima. Sii sempre cortese, non scoraggiarti mai. Diffida di chi ti promette qualcosa in cambio di nulla. Non incolpare nessuno per i tuoi errori e fallimenti. Non cercare approvazione tranne la consapevolezza di fare del tuo meglio."

Bernard Baruch


La necessità di dare continuamente prova di te stesso agli altri è il peggiore ostacolo sulla strada della tua crescita personale.

Se ti arrendi a questa necessità ti metti nelle mani delle persone di cui miri a ottenere il consenso e l'ammirazione.

Le persone che agiscono con calma ed efficienza non lo avvertono.

Il discorso è differente nel caso dei bambini, perché tutti, da piccoli, obbediscono alla naturale tendenza a mostrarsi.

Tutti vogliono che gli altri, e in particolare i propri genitori, li approvino e condividano il loro orgoglio per l'acquisizione di una nuova capacità o per il conseguimento di una nuova vittoria.

"Papà, guardami ! Guarda come nuoto, come mi tuffo, come so pattinare, mentre vado in bicicletta" e così via.

Tutti, a quell'età, hanno bisogno che gli occhi degli altri li seguano con ammirata attenzione, perché l'infantile concetto di sé si sviluppa sulla base delle reazioni con le quali gli adulti accolgono il superamento di ogni loro nuova esperienza.

Ma tu non sei più un bambino e quindi la necessità di farti notare, o quella di dimostrare in ogni momento quanto vali, non è più ammissibile.

A meno che tu non appartieni a quella categoria di adulti che non sono maturati a sufficienza e che continuano a dipendere dall'approvazione di coloro che li circondano.

Se non sai come far tacere questa esigenza dovrai soffrire parecchio nella vita, perché ti sentirai infelice e profondamente amareggiato e tormentato dai tuoi dubbi interiori ogni volta che gli altri non ti presteranno attenzione, o quando ti disapproveranno e soprattutto quando non ti comprenderanno.

Quindi ti troverai chiuso in un circolo vizioso: più ti sforzerai di pretendere il consenso e il rispetto degli altri, rendendoti conto che hai un così grande bisogno di questo, più gli altri acquisteranno un sempre maggiore potere su di te.

Se desideri davvero diventare più indipendente, rinuncia al bisogno di essere approvato e anche a quello di essere compreso.

Non ti immagini neppure quanta energia puoi liberare se riesci a fare questo.

Le persone che cercano veramente di migliorare se stessi semplicemente non hanno il tempo di occuparsi di cosa pensano gli altri a proposito di loro stessi.

Questo non significa non dialogare e non ascoltare gli altri.

Se rinunci al consenso e all'approvazione degli altri paradossalmente diventi più attraente e più carismatico, il tuo potere aumenta, e non ti preoccupi di controllare gli altri, vuoi soltanto aumentare le tue conoscenze e migliorare te stesso.

Questo atteggiamento servirà di esempio a chi si sente insicuro, inoltre servirà anche a stimolare in chi ti è vicino la voglia di migliorarsi e di apprendere.


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giovedì 6 febbraio 2014

Imparare a convivere con l'incertezza

"L'incertezza è l'unica certezza che c'è, e saper convivere con l'insicurezza è l'unica sicurezza."

John Allen Paulos


Una delle cose più preziose che ho imparato nella mia vita è la capacità di gestire l'incertezza.

La maggior parte di noi ritiene che si debba conoscere ogni dettaglio della propria vita, prima di attraversarla, ma non funziona proprio in questo modo!

Evitare gli imprevisti è diventata un'ossessione nella nostra cultura occidentale.

In nome della scienza e della tecnologia e del progresso umano sono stati commessi purtroppo molti errori .

Quello che voglio dire è che è perfettamente inutile cercare di imbavagliare la nostra vita.

Non sono tuttavia favorevole all' anarchia, ogni società evoluta deve avere ovviamente le proprie regole.

Anche se ciò non ci piace, l'incertezza è una costante che ci accompagna per tutta la vita.

Mi chiedo perciò, perché combatterla? Se l'incertezza esiste deve esserci un motivo!

Allora perché non fare dell'incertezza un nostro nuovo amico ?

Se tutto fosse prevedibile e controllabile, vivremmo già in una società caricaturale come dipinta dal libro Orwell (1984)

Credo che l'incertezza sia anche una grande occasione per liberare la nostra creatività e per conoscere meglio noi stessi più profondamente.

E non parlo solo della capacità di risolvere problemi complessi o trovare un modo per uscire da situazioni critiche.

L'incertezza è ovunque: nelle nostre relazioni sentimentali, nella carriera, nella salute, nei rapporti con gli altri.

Il segreto consiste nel lavorare continuamente per diventare più solidi, più invulnerabili alle mode, alla pubblicità, a quello che gli altri pensano sia giusto fare o non fare.

Se spegni il televisore e vai a fare una bella corsa su una spiaggia e respiri profondamente l'aria fresca del mare ascoltando il canto dei gabbiani, capirai qualcosa di molto importante.

C'è qualcosa di affascinante e misterioso nell' incertezza: gli animali le piante e tutti gli altri esseri che vivono sulla nostra Terra non sono sicuri di esistere ancora domani, tuttavia la vita va avanti ogni giorno e si manifesta in migliaia di modi straordinariamente differenti, ti sei mai chiesto il perché ?

Un individuo non può considerarsi davvero libero e non potrà mai migliorare se stesso se non accetta anche di convivere con l'incertezza.

Gli orientali dicono che il vuoto è l'origine di ogni cosa. Credo che in questa affermazione ci sia molto da riflettere.


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